Dalla
teoria alla pratica.
Una volta
deciso il progetto, rimaneva il problema di come realizzarlo praticamente.
Quando mi capita di dover improvvisare dei circuiti non complessi,
spesso mi servo delle basette millefori con pad su entrambi i lati
e passo da 2,54mm. Sono facili da reperire e in molti casi eliminano
il problema di dover progettare e far stampare un circuito stampato
apposito. In questo caso, dato il numero non basso di parti, le
loro dimensioni e le correnti in gioco, era più saggio servirsi
di un circuito stampato ben realizzato.
Non senza un certo fastidio (costi e tempi non previsti...) iniziai
la sua preparazione.
Decisi
gli ingombri di massima, acquistai i componenti necessari, disegnai
le prime rudimentali versioni.
Grazie alla competenza di Eugenio Moreira che si occupò del
disegno su cad e delle successive conversioni nei files Gerber (necessari
alla stampa del circuito) nel giro di 2-3 mesi, il PCB fu pronto.
Caratteristiche
del Circuito Stampato.
Il CS definitivo misura 158,1 x 94,3 mm. E' realizzato
in fibra di vetro FR4 da 1,6 mm. stampato su due lati, entrambi
con rame da 70µm (al posto dei tradizionali 35µm) maschera
di saldatura, H.A.L. e serigrafia.
Per renderlo il più possibile compatibile con vari tipi di
componenti, in molti casi ho previsto la possibilità di montare
parti con passi diversi.
(le foto a lato mostrano rispettivamente il lato superiore e inferiore).
Procedendo da sinistra verso destra, troviamo i connettori di ingresso
seguiti dai 2 ponti raddrizzatori, composti ciascuno da 4 diodi
di potenza MUR1560 (o MUR860) disposti in modo che connessi a coppie
opposte ad una semplice piastra con fori passanti (una per ramo)
possano dissipare il modesto calore generato. E' importante isolare
molto bene le connessioni al dissipatore, in modo che le viti passanti
non tocchino per nessun motivo la superficie di fissaggio dei diodi
(vedi schema).
Se connessi tra loro andrebbero in corto e... Puf!...:-)
Due barrette di alluminio spesse 6 mm. larghe 35 e alte 40-50 mm.
sono più che sufficienti a mantenere tiepidi i ponti, anche
nel caso di ascolti prolungati e ad alto volume.
Tra i blocchi dei diodi sono situati i condensatori di filtro C1-C2
in passo da 15mm. A seguire si possono vedere gli spazi per i grandi
condensatori elettrolitici (nel tipo "Snap in", passo
10mm.) che è possibile alloggiare in numero di 6 (3 per ramo)
con diametro massimo 26mm, oppure di 4 (due per ramo), con diametro
fino a 40mm. Condensatori di questa taglia sono disponibili in un'ampia
gamma di marche, tipi e valori, fino a capacità di 20.000
-30.000 µF per ramo. Procedendo verso destra, troviamo altri
condensatori di filtro di basso valore (C9, C10, C11, C12) utilizzati
per migliorare la risposta alle alte frequenze e infine la rete
RC (R1-C13, R2-C14) con le resistenze di potenza da 1 ohm-10W, i
soli componenti posti sul Layer inferiore del PCB. La parte finale
dello stampato accoglie la sezione stabilizzata a +5V, che fa uso
del noto regolatore LM317T.
La coppia di resistenze R4-R5 determina il valore "stabilizzato",
della tensione di uscita. Data la difficoltà di reperire
resistenze da 660 ohm è forse più semplice ottenere
lo stesso valore sostituendo R4 con una coppia
di resistenze da 330 ohm connesse in serie. Per finire, in alto
a destra troviamo i connettori di uscita duale a +/-31V e regolata
a +5V.
Le
due versioni che ho assemblato sono sostanzialmente identiche, tranne
che per i grossi condensatori elettrolitici (in un caso 4x6800µF
Rubycon MXR,
nell'altro 4x10.000µF NIC
NRLMW). Entrambe hanno mostrato un comportamento eccellente
fin dalla prima accensione, con una tensione di uscita misurata
sotto carico di 31,0 Volt su ciascun ramo, per entrambi gli alimentatori
provati. In particolare i trasformatori Toroidali della LSP, con
un assorbimento a riposo di 6,3 mA (il più basso mai misurato
su di un toroidale di questa potenza) ed una differenza di tensione
tra i rami pressochè nulla (23,0 Volt per tutti), hanno mostrato
di essere componenti molto buoni, dal costo tutto sommato basso
per dispositivi così ben fatti (circa 77 euro/Cad.).
Dato che la LSP non vende pezzi singoli, ho dovuto acquistarne alcuni.
Chi fosse interessato, può spedirmi una mail.
Il PCB dello stadio di alimentazione è eventualmente disponibile
a 16 euro/cad.
Pensato per essere uno stadio di alimentazione di alta qualità
per l'AMP1/1B di 41Hz ed in generale per il TA2022, può
essere impiegato in molti casi come classico e versatile stadio
di alimentazione duale non regolato, semplicemente non inserendo
i componenti della sezione stabilizzata.
Il confronto tra i due stadi approntati è stato fatto utilizzando
due Amp1B.
Il tempo necessario per spostare sorgente e diffusori tra un amplificatore
e l'altro non ha permesso una comparazione veloce, ne semplice.
Se dovessi sbilanciarmi, direi che la mia preferenza va allo stadio
da 40.000µF con NIC NRLMW, per la sensazione di una maggiore
prontezza. Va segnalato che il valore di ESR di questi Elettrolitici
è di soli 0.033 ohm a 120Hz e 0.025 ohm a 20KHz, valori analoghi
a quelli di un Panasonic FC da 2200µF/50V. Com'è noto,
è sempre meglio scegliere condensatori con l'impedenza più
bassa. Nel caso dei Rubycon il valore di impedenza non è
riportato. In definitiva, ad un certo punto mi è sembrato
di cercare le differenze che esistono tra una Porshe XYZ, ed una
identica, ma con un diversa marca di pneumatici. I miei test sulle
differenze tra le due configurazioni sono finiti quì. Alla
fine, dopo tanto tempo speso in questioni tecniche, finalmente mi
potevo godere un po' di musica...:-)
L'ascolto.
Sono
alcuni mesi che ascolto l'AMP1B con lo stadio di alimentazione appena
descritto (ref)
e in particolare la versione "2", con i 4 NIC da 10.000µF/50Volt.
Considerando una spesa di 63 euro per l'AMP1B, 80 per il trasformatore,
circa 50 per lo stadio di alimentazione completo di componenti più
altri 50 di costi vari (potenziometro Alps Blu 20K, connettori di
ingresso, speakers, vaschetta IEC, cavi, ecc..) il costo complessivo
è di circa 250 euro. A mio
parere non molto, per un amplificatore di questa classe e potenza.
Per ciò che riguarda il suono, tra i chip Tripath provati
fin'ora è quello che preferisco. Il palcoscenico è
profondo e abbastanza ampio, con medio-alti puliti e ben scanditi
non dissimili da quelli del T-Amp, ma con un medio-basso che complessivamente
sembra più omogeneo e presente. Rispetto all'AMP3 con chip
TA2021B è forse meno dettagliato, meno analitico, ma non
si ha la sensazione di aver perso nulla. Al contrario, su ascolti
prolungati risulta vincitore, con un suono naturale e "analogico"
di grande effetto.
Aggiornamento:
Il primo Tweaking che ha già dato buoni risultati
è di sostituire la coppia di condensatori di ingresso dell'AMP1,
solitamente elettrolitici di piccola taglia, con altri in Polipropilene.
Io avevo disponibili dei digitex 3,3µF/100V a film metallizzato.
Trovo suonino meglio di tutti quelli provati fino ad ora. E in modo
evidente.
Ora manca solo un vestito adeguato che possa accogliere tutte le
parti. Ma per quello mi prenderò un po' di tempo. Adesso
mi metto in poltrona.
"Una tazza di The, please!"...:-)
-
Marco Saccani, 2005 - www.moxied.com
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