Introduzione
L'amplificatore
Audio che sto per descrivervi impiega il chip LM3875TF
della National, il motore
di uno dei più noti progetti di autocostruzione degli ultimi
anni. E' un dispositivo interessante sia per il buon suono, sia
per il vantaggio di impiegare un numero davvero esiguo di componenti
esterni, che ne rende facile la realizzazione.
In breve... un classico GainClone!
In questo caso vestito in modo stravagante, almeno per questo tipo
di apparecchi, ma con delle soluzioni tecniche originali e insolite.
Per informazioni più specifiche sul GainClone basta cercare
in rete. Troverete discussioni, schemi, varianti, tweaking e molto
altro. Per un veloce ripasso di "cosa è", vi rimando
alla pagina
apposita sul sito
di Richard Murdey, uno dei primi ad essersi confrontato
con questo singolare progetto. Molti altri ne hanno scritto in modo
ancora più ampio e dettagliato. Ad esempio Nick Whetstone,
nel suo celebre sito "Decibel
Dungeon" ha una intera sezione chiamata "GainClone
Pages" che ne affronta tutte le sfacettature. In versione
minimale, invertente, con o senza Pre, con alimentazioni regolate
o meno. Da non perdere.
Rispetto
alla configurazione considerata standard, ho apportato piccole varianti.
Nel mio caso la tensione di alimentazione è di +/- 35 Volt,
più alta di una decina di volt per ramo rispetto a quella
utilizzata da Richard. Questo permette al chip di erogare più
potenza. Poco più di 50 Watt per canale su 8 ohm, a meno
dello 0,1% di distorsione.
(Per dettagli circa i rapporti tensione/potenza, consultate il datasheet)
I condensatori elettrolitici di filtro sono Panasonic FC da 2200µF/50V
(due per canale) e il condensatore di ingresso è in Polipropilene
da 2,2µF.
Il potenziometro indicato come R1 può essere scelto nella
gamma di valori che va da 20 a 50 Kohm. Richard usa un attenuatore
"Step" a 12 posizioni da 35K, io un Alps Blu da 20K log.
Questo non è un problema. La differenza principale sta nel
modo in cui il potenziometro attenua il segnale. A parità
di volume può essere che il 20K posizionato ad ore "12",
dia un suono di intensità simile a quello da 35K posizionato
ad ore "1". Alcuni preferiscono un elevato range di controllo
nella parte in cui il suono è basso (attenuazione elevata),
altri il contrario.
Come
regola generale, è sempre preferibile avere un attenuatore
di valore inferiore a quello dell'impedenza di ingresso. Nel caso
dello schema riportato sopra, il valore di impedenza è più
o meno quello della resistenza R2. Cioè 22Kohm. L'ideale
sarebbe utilizzare attenuatori da 20K o meno.
Il trasformatore impiegato è un toroidale incapsulato Talema,
da 300VA-2x25Volt, visibile nella foto di gruppo. I diodi raddrizzatori
consistono di due ponti Fagor in vetro-passivato, da 25A-500V.
Completano il gruppo, un commutatore a sei posizioni/due vie, della
Palazzo, (impiegato
come commutatore di ingresso) un'interruttore a levetta per la commutazione
"ON/OFF", un'altro a due vie utilizzato come "MUTE",
una vaschetta IEC con fusibile integrato e connettori di Ingresso
/Uscita.
Infine, sparse sul piano ci sono tutte le parti che completano il
dispositivo.
Quì a lato potete vedere il dettaglio già rifinito
del corpo centrale autoportante, visto da angolazioni opposte. Sono
alcuni strati di legno sovrapposti incollati tra loro. Multistrato
in due spessori, 6 e 10 mm.
Non è un metodo velocissimo, richiede precisione e idee chiare
di come si disporranno le parti, ma consente di realizzare modelli
anche complessi senza troppe difficoltà.
Una volta incollati tutti gli strati si passa alla sgrossatura e
finitura. Un paio di passate di stucco copriranno in parte la trama
del legno che per quanto appaia fine e ben levigata, se non coperta
finisce per rimanere evidente anche sotto la vernice.
Per modelli impeccabili consiglio di dare prima una mano di fondo
(vernice abbastanza spessa a rapida essicazione, normalmente in
bianco o grigio), carteggiarla e successivamente passare al colore
finale.
In questo caso è un delizioso verde latte-menta, contrapposto
al grigio scuro metallizzato impiegato per i pannelli, per i piedini
e per la copertura schermata del trasformatore, ottenuta con un
tubo di pvc chiuso, con l'interno rivestito di nastro di Alluminio
adesivo.
Lo stesso nastro, con infinita pazienza è stato usato anche
per la schermatura completa del corpo. Lo potete vedere in quella
brutta e sfuocata foto dell'interno (chiedo scusa!).
Non amo molto lo stile tipo: "Cassetta della frutta con coperchio
e manopole", ma mi rendo conto che può non essere facile
immaginare "vesti" alternative.
In effetti, se i produttori più importanti, in termini estetici
forniscono praticamente la stessa "minestra riscaldata"
da anni, non meraviglia che molti autocostruttori non riescano ad
immaginare altro.
Io, in genere, parto prima dalla disposizione dei componenti principali.
Questo mi permette di decidere gli ingombri di massima dell'oggetto,
quali siano i punti migliori per posizionare i piedini (possibilmente
sempre in numero di tre) o quali siano i percorsi più indicati
per cavi di alimentazione e di segnale (lo scopo è renderli
più corti possibile e razionalmente separati tra loro).
Solo a quel punto, comincio ad immaginare la forma esterna. Una
volta disegnato il modello, è come montare una barca in scatola
di montaggio!
I
tre piedini sono posizionati a triangolo con al centro il pesante
toroidale. Il lato dei piedi che appoggia sul piano è stato
reso leggermente convesso e terminato con un dischetto di sughero
fissato con biadesivo. Questo dà la sicurezza che ciascun
piede appoggerà sul piano principalmente nella punto centrale
(quello ideale). Queste soluzioni rendono l'ampli graniticamente
stabile. L'interruttore di accensione è posto nel pannello
inferiore, un led verde posto vicino, illumina il piano al di sotto
dell'amplificatore. L'elemento di alluminio nella parte superiore
ha il compito di dissipare entrambi i canali e misura circa 150x100x5
mm.
Ho provato l'amplificatore a volume sostenuto per almeno un paio
d'ore, senza che il dissipatore arrivasse mai a scottare. E' caldo,
ma difficilmente raggiunge temperature superiori ai 40-45°.
Forse d'estate, con 30 gradi all'ombra, andrà benissimo per
fare i toast. (Speriamo di no!..:-)
Mi farò dire, ora non è più mio. E' un regalo,
che spero possa dare soddisfazioni...:-)
Conclusioni.
Alcune brevi considerazioni.
Il GainClone è un amplificatore potenzialmente molto buono.
Componenti di pregio, un layout compatto, una corretta gestione
delle masse insieme ad una adeguata alimentazione sono la chiave
per ottenere prestazioni elevate.
La semplicità del circuito consente di poterlo alloggiare
in cabinet di dimensioni contenute. Se avete un po' di tempo, pazienza
e una certa manualità, potete spingervi oltre disegnandone
uno nuovo, oppure inserendo le parti in un contenitore già
esistente che si presta allo scopo. (ma valutando sempre MOLTO
BENE tutte le questioni legate alla sicurezza e all'uso dell'elettricità).
Ad esempio... avete mai pensato ai vasi rettangolari in terracotta?
Si!, quelli per le piante! Si trovano molto facilmente in un'ampia
gamma di dimensioni e forme. La terracotta, come la ceramica è
un materiale compatto, ha un buon potere isolante ed in parte termoconduttore.
Se poi trovate chi vende vasi Cinesi da Bonsai... Non dico altro!...;-)
Se
avete domande... sarò lieto di rispondere.
-
Marco Saccani, gennaio 2006 - www.moxied.com
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