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[English version]

Milk-Mint GainClone.
UPATED GENUARY 21, 2006.


Introduzione

L'amplificatore Audio che sto per descrivervi impiega il chip LM3875TF della National, il motore di uno dei più noti progetti di autocostruzione degli ultimi anni. E' un dispositivo interessante sia per il buon suono, sia per il vantaggio di impiegare un numero davvero esiguo di componenti esterni, che ne rende facile la realizzazione.
In breve... un classico GainClone!
In questo caso vestito in modo stravagante, almeno per questo tipo di apparecchi, ma con delle soluzioni tecniche originali e insolite.

Per informazioni più specifiche sul GainClone basta cercare in rete. Troverete discussioni, schemi, varianti, tweaking e molto altro. Per un veloce ripasso di "cosa è", vi rimando alla pagina apposita sul sito di Richard Murdey, uno dei primi ad essersi confrontato con questo singolare progetto. Molti altri ne hanno scritto in modo ancora più ampio e dettagliato. Ad esempio Nick Whetstone, nel suo celebre sito "Decibel Dungeon" ha una intera sezione chiamata "GainClone Pages" che ne affronta tutte le sfacettature. In versione minimale, invertente, con o senza Pre, con alimentazioni regolate o meno. Da non perdere.

Rispetto alla configurazione considerata standard, ho apportato piccole varianti.
Nel mio caso la tensione di alimentazione è di +/- 35 Volt, più alta di una decina di volt per ramo rispetto a quella utilizzata da Richard. Questo permette al chip di erogare più potenza. Poco più di 50 Watt per canale su 8 ohm, a meno dello 0,1% di distorsione.
(Per dettagli circa i rapporti tensione/potenza, consultate il datasheet)
I condensatori elettrolitici di filtro sono Panasonic FC da 2200µF/50V (due per canale) e il condensatore di ingresso è in Polipropilene da 2,2µF.
Il potenziometro indicato come R1 può essere scelto nella gamma di valori che va da 20 a 50 Kohm. Richard usa un attenuatore "Step" a 12 posizioni da 35K, io un Alps Blu da 20K log. Questo non è un problema. La differenza principale sta nel modo in cui il potenziometro attenua il segnale. A parità di volume può essere che il 20K posizionato ad ore "12", dia un suono di intensità simile a quello da 35K posizionato ad ore "1". Alcuni preferiscono un elevato range di controllo nella parte in cui il suono è basso (attenuazione elevata), altri il contrario.

Come regola generale, è sempre preferibile avere un attenuatore di valore inferiore a quello dell'impedenza di ingresso. Nel caso dello schema riportato sopra, il valore di impedenza è più o meno quello della resistenza R2. Cioè 22Kohm. L'ideale sarebbe utilizzare attenuatori da 20K o meno.
Il trasformatore impiegato è un toroidale incapsulato Talema, da 300VA-2x25Volt, visibile nella foto di gruppo. I diodi raddrizzatori consistono di due ponti Fagor in vetro-passivato, da 25A-500V.
Completano il gruppo, un commutatore a sei posizioni/due vie, della Palazzo, (impiegato come commutatore di ingresso) un'interruttore a levetta per la commutazione "ON/OFF", un'altro a due vie utilizzato come "MUTE", una vaschetta IEC con fusibile integrato e connettori di Ingresso /Uscita.
Infine, sparse sul piano ci sono tutte le parti che completano il dispositivo.

Quì a lato potete vedere il dettaglio già rifinito del corpo centrale autoportante, visto da angolazioni opposte. Sono alcuni strati di legno sovrapposti incollati tra loro. Multistrato in due spessori, 6 e 10 mm.
Non è un metodo velocissimo, richiede precisione e idee chiare di come si disporranno le parti, ma consente di realizzare modelli anche complessi senza troppe difficoltà.
Una volta incollati tutti gli strati si passa alla sgrossatura e finitura. Un paio di passate di stucco copriranno in parte la trama del legno che per quanto appaia fine e ben levigata, se non coperta finisce per rimanere evidente anche sotto la vernice.
Per modelli impeccabili consiglio di dare prima una mano di fondo (vernice abbastanza spessa a rapida essicazione, normalmente in bianco o grigio), carteggiarla e successivamente passare al colore finale.

In questo caso è un delizioso verde latte-menta, contrapposto al grigio scuro metallizzato impiegato per i pannelli, per i piedini e per la copertura schermata del trasformatore, ottenuta con un tubo di pvc chiuso, con l'interno rivestito di nastro di Alluminio adesivo.
Lo stesso nastro, con infinita pazienza è stato usato anche per la schermatura completa del corpo. Lo potete vedere in quella brutta e sfuocata foto dell'interno (chiedo scusa!).

Non amo molto lo stile tipo: "Cassetta della frutta con coperchio e manopole", ma mi rendo conto che può non essere facile immaginare "vesti" alternative.
In effetti, se i produttori più importanti, in termini estetici forniscono praticamente la stessa "minestra riscaldata" da anni, non meraviglia che molti autocostruttori non riescano ad immaginare altro.
Io, in genere, parto prima dalla disposizione dei componenti principali. Questo mi permette di decidere gli ingombri di massima dell'oggetto, quali siano i punti migliori per posizionare i piedini (possibilmente sempre in numero di tre) o quali siano i percorsi più indicati per cavi di alimentazione e di segnale (lo scopo è renderli più corti possibile e razionalmente separati tra loro).
Solo a quel punto, comincio ad immaginare la forma esterna. Una volta disegnato il modello, è come montare una barca in scatola di montaggio!

I tre piedini sono posizionati a triangolo con al centro il pesante toroidale. Il lato dei piedi che appoggia sul piano è stato reso leggermente convesso e terminato con un dischetto di sughero fissato con biadesivo. Questo dà la sicurezza che ciascun piede appoggerà sul piano principalmente nella punto centrale (quello ideale). Queste soluzioni rendono l'ampli graniticamente stabile. L'interruttore di accensione è posto nel pannello inferiore, un led verde posto vicino, illumina il piano al di sotto dell'amplificatore. L'elemento di alluminio nella parte superiore ha il compito di dissipare entrambi i canali e misura circa 150x100x5 mm.
Ho provato l'amplificatore a volume sostenuto per almeno un paio d'ore, senza che il dissipatore arrivasse mai a scottare. E' caldo, ma difficilmente raggiunge temperature superiori ai 40-45°. Forse d'estate, con 30 gradi all'ombra, andrà benissimo per fare i toast. (Speriamo di no!..:-)
Mi farò dire, ora non è più mio. E' un regalo, che spero possa dare soddisfazioni...:-)



Conclusioni.

Alcune brevi considerazioni.
Il GainClone è un amplificatore potenzialmente molto buono. Componenti di pregio, un layout compatto, una corretta gestione delle masse insieme ad una adeguata alimentazione sono la chiave per ottenere prestazioni elevate.
La semplicità del circuito consente di poterlo alloggiare in cabinet di dimensioni contenute. Se avete un po' di tempo, pazienza e una certa manualità, potete spingervi oltre disegnandone uno nuovo, oppure inserendo le parti in un contenitore già esistente che si presta allo scopo. (ma valutando sempre MOLTO BENE tutte le questioni legate alla sicurezza e all'uso dell'elettricità).

Ad esempio... avete mai pensato ai vasi rettangolari in terracotta? Si!, quelli per le piante! Si trovano molto facilmente in un'ampia gamma di dimensioni e forme. La terracotta, come la ceramica è un materiale compatto, ha un buon potere isolante ed in parte termoconduttore. Se poi trovate chi vende vasi Cinesi da Bonsai... Non dico altro!...;-)



Se avete domande... sarò lieto di rispondere.



- Marco Saccani, gennaio 2006 - www.moxied.com


AVVERTENZE:

Per portare a termine con successo la maggior parte dei progetti è necessario lavorare con dispositivi che fanno uso della rete elettrica, che può essere mortale se gestita in modo maldestro.
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